venerdì 12 aprile 2013

Apple: una mela non poi così gradita

 
Il logo della campagna IQuit, una delle tante manifestazioni di protesta e boicottaggio contro Apple


Iphone, Ipads, Mac, e chi più ne ha, più ne metta. I prodotti di Apple stanno straripando in ogni angolo del mondo, o quasi. La casa statunitense di Cupertino è, con ogni probabilità, divenuta l'azienda tecnologica più conosciuta in tutto il pianeta. Ma purtroppo, la celeberrima “mela” non è poi così gradita a tutti. Anzi, le macchie che si nascondono dietro gli strabilianti tablet touch o le tanto agognate “app” sono sconvolgenti. Qui sotto enucleeremo le accuse principali rivolte al colosso informatico nel corso degli ultimi anni.

Il dramma dei suicidi degli operai cinesi

Tra il gennaio e il novembre del 2010, quattordici operai cinesi dello stabilimento di Shenzhen della Foxconn, azienda manufatturiera che assembla i prodotti di Apple e altre aziende come Nokia, Dell e Sony, si sono tolti la vita (sei di loro al di sotto dei vent'anni), con almeno altri trenta che hanno tentato il suicidio. Il movente era lo stesso per tutti: le disumane condizioni in cui questi malcapitati operai cinesi erano costretti a lavorare, tra turni massacranti, stipendi da fame e una soffocante vita da prigionieri in una vera e propria fabbrica della morte, che conta oltre 400,000 lavoratori, tutti costretti a vivere all'interno di essa in spazi ristrettissimi. Giusto due giorni fa la Foxconn, per evitare ulteriori catastrofi, ha pensato bene di cominciare a licenziare i “dipendenti a rischio suicidio”. (per maggiori informazioni leggere qui http://www.applerumors.it/2013/04/09/foxconn-pensa-di-licenziare-i-dipendenti-a-rischio-suicidio/). Notare che gli stessi operai sono costretti a rispettare una “clausola anti-suicidio” al momento della firma del contratto, oltre che ad indossare patetiche t-shirt ad alcune speciali manifestazioni con scritto “Amiamo Foxconn” ed altri inneggiamenti al proprietario, Terry Gou.
In tutto questo, il ruolo di Apple è fondamentale. Continuando ad aumentare le richieste di beni da produrre alla Foxconn, l'azienda della mela costringe gli operai cinesi a lavorari a ritmi sempre più insostenibili, diventando parte attiva e responsabile in prima persona degli agghiccianti avvenimenti del terrificante stabilimento di Shenzhen. Ma nonostante un accordo firmato con la ONG Fair Labour Association, la situazione è pressoché identica a prima, come dimostrato da un'investigazione della SACOM (Students and Scholars Against Corporate Misbehaviour) di Hong Kong.

Inquinamento e rischi per la salute dei dipendenti

Apple è al centro di numerosi scandali anche per il suo scarso impegno riguardo al suo impatto ambientale. Ancora una volta a partire dallo stabilimento della Foxconn, dove un indagine di Greenpeace e di alcune organizzazioni cinesi ha dimostrato che vivere nella zona industriale di Shenzhen è pressoché impossibile, a causa dell'aria irrespirabile e dell'inquinamento da metalli. E oltre ad un impronta ecologica ben al di sopra del consentito, ancora più sconvolgenti sono i danni che si ripercuotono sui dipendenti cinesi per la scarsa politica ambientale di Apple, tanto che alcuni solventi utilizzati provocherebbero “neuropatia periferica, spossatezza e intorpidimento degli arti, difficoltà nel movimento e perdita del senso del tatto”, afferma la Green Choice Alliance.

E se andiamo a considerare il massiccio utilizzo di Apple di tantalio, il metallo per cui sono morti decine di milioni di persone nella guerra del Congo, il conflitto che ha fatto più morti dopo il due guerre mondiali tra ventesimo e ventunesimo secolo, e altre pratiche come una spietata monopolizzazione del commercio, sfruttamento minorile ed enormi sovraguadagni alle spalle dei cittadini, viene naturale pensare che la tanto appetibile mela sia, in realtà, avvelenata.








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