mercoledì 3 aprile 2013

Nestlé: l'emblema della spietatezza del capitalismo

La seconda tappa del nostro percorso fa capo ad un'azienda celeberrima per la sua infinita quantità di prodotti che propugna continuamente sul mercato, ma, come vedremo tra poco, altrettanto nota per una serie di violazioni e di discriminazioni da far tremare chiunque. Stiamo parlando della multinazionale svizzera Nestlé.

NESTLE'



Viene difficile da credere che un'unica azienda possieda uno dei marchi più famosi al mondo nel settore dell'alimentazione animale e, allo stesso tempo, sia a capo di una delle più grandi compagnie di cosmetici. Eppure sì, i Friskies e i bagni schiuma della L'Oréal fanno parte del gruppo Nestlé. Lo strapotere finanziario della multinazionale di Losanna è di difficile comprensione per noi comuni mortali: il fatturato nel 2011 dell'azienda è stato di oltre 83 miliardi di franchi svizzeri. Come spesso accade, però, la causa di una ricchezza così sconfinata è la povertà di qualcun'altro. Nello specifico, di milioni (sì, non migliaia, ma proprio milioni) di persone ancora una volta facenti parti della metà "sbagliata" (in senso metaforico) del pianeta.

Il colossale impero Nestlé

La Nestlé fece la sua fortuna grazie all'introduzione del latte in polvere, della quale è indiscussa leader a livello mondiale. Costruendo la propria immagine sulle fortune derivate dal successo del prodotto sopracitato, la compagnia si è allargata fino a diventare la multinazionale alimentare più grande al mondo per fatturato. L'elenco dei marchi appartenenti al gruppo Nestlé è a dir poco infinito, ma una lista ben fornita può essere trovata qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Nestlé#Principali_marchi.

Ora, le motivazioni per le quali la Nestlé è stata ed è tutt'ora oggetto di critiche e boicottaggi sono forse numerose come i prodotti che lei stessa immette sul mercato. Di seguito ne vediamo una parte:

  • L'UNICEF ha espressamente condannato qualsiasi atteggiamento di promozione della vendita di latte il polvere per bambini, dichiarando che un bambino nutrito con il suddetto latte ha una probabilità di morte infantile superiore del 25% rispetto alla norma. Eppure, la Nestlé ha perseguito una campagna a favore della vendita del prodotto che l'ha resa celebre nel segno di aggressività e violazioni di codici internazionali, nonostante la stessa UNICEF abbia sottolineato come ogni anno muoiano oltre un milione e mezzo di bambini nei paesi poveri per infezioni derivate da maltrunizioni concernenti il latte in polvere.
  • La Nestlé è tristemente uscita alla ribalta per aver fatto causa al governo dell'Etiopia dopo che l'ex dittatore del poverissimo paese africano Mengistu aveva nazionalizzato un'impresa facente parte al gruppo svizzero. La Nestlé chiese un risarcimento di 6 milioni di dollari, cifra insignificante per il capitale della multinazionale, ma immensa per l'Etiopia, che si trovava nel mezzo di una carestia che metteva a repentaglio la vita di 11 milioni di persone. Alla fine, la Nestlé vinse la causa ed ottenne 1,6 milioni di dollari, che dichiarò di voler devolvere alla lotta contro la fame (atteggiamento un po' contradditorio, non è vero?)
  • Nel 2005 la Nestlé fu denunciata dalla organizzazione non governativa International Labor Rights Fund per traffico e sfruttamento di manodopera minorile tra Mali e Costa d'Avorio per le piantagioni di cacao, del quale la Costa d'Avorio è il primo paese produttore mondiale. Venne stimato che in quelle piantagioni lavorino, in condizioni assolutamente drammatiche, oltre 284,000 bambini schiavizzati.
Questi sono un'infinitesima parte delle catastrofi delle quali Nestlé è colpevole in prima persona.

Ecco una serie di video e link utili ad approfondire l'argomento:

 Un documentario sulla schiavitù nell'industria del cacao (in inglese):

Due link relativi ai crimini della Nestlé esaminati in dettaglio:

http://www.tmcrew.org/csa/l38/multi/nestle.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/Nestlé#Controversy_and_criticism

http://en.wikipedia.org/wiki/Nestlé_boycott


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