La più famosa produttrice di banane si scopre legata ad un'organizzazione terroristica
La Chiquita Brands International Inc. è una compagnia statunitense con sede a Cincinnati, nell'Ohio, leader nella produzione e commercializzazione di banane e altri prodotti alimentari freschi di alta qualità con i marchi Chiquita e Fresh Express.
Ma dietro le così invitanti e inoffensive banane Chiquita, le più diffuse sul mercato occidentale, si nasconde ancora una volta un mondo di soprusi e illegalità, come sempre a scapito dei più deboli, contadini e dipendenti sottopagati. Questa volta le zone interessate sono quelle dell'America Centrale: Honduras (ribattezzata “repubblica delle banane” dal comico O. Henry), Guatemala, Colombia e tante altre. Moltissimi i crimini e le accuse a carico dell'azienda:
- ATTREZZATURE DI SICUREZZA NON ADEGUATE E MASSACRANTI CONDIZIONI LAVORATIVE
Sempre COLSIBA ha paragonato le condizioni lavorative nelle piantagioni Chiquita a veri e propri campi di concentramento: un confronto terrificante, ma purtroppo rispondente a verità se si considera che le donne lavorano dalle 6.30 della mattina fino alle 7 della sera e alcuni lavoratori hanno solo 14 anni.
Inoltre molti hanno denunciato che la Chiquita li espone nei terreni a DBCP, un pericoloso pesticida che causa sterilità, cancro e difetti congeniti nei bambini. Davanti una situazione del genere appare del tutto appropriata la frase pronunciata una volta da Zemurray: “In Honduras, una mula costa più di un membro del parlamento”.
- ALLEANZA CON ORGANIZZAZIONI PARAMILITARI
- SPARATORIE SUGLI OPERAI IN SCIOPERO
Come si è potuto constatare l'azienda si è macchiata di notevoli crimini e ogni persona, una volta venutane a conoscenza, non dovrebbe esitare a interrompere l'acquisto delle banane assassine.
Purtroppo queste aziende così imponenti possono contare sull'enorme disponibilità economica - nel 2012 ha realizzato un fatturato di ben 2,3 miliardi di euro, una cifra esorbitante - per nascondere le loro continue vessazioni a danno della popolazione locale.
Fare qualcosa di utile per cambiare la situazione, o perlomeno per non continuare ad aggravarla inconsapevolmente, non vuol dire per forza rinunciare al consumo delle tanto agognate banane, ma una buona idea sarebbe acquistarle da produttori locali o in negozi equosolidali: pensateci.
Nessuno può cambiare il mondo da solo, ma con una piccola azione da parte di tutti si può già fare qualcosa.
Per approfondire:
http://www.terranauta.it/a1382/l_urlo/progresso_e_schiavitu_come_leggere_la_storia.html
http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o10031:m2
http://blogtestultra.blogspot.it/2011/12/chiquita-banane-sangue-e-terrorismo.html
Nessun commento:
Posta un commento