Oggi tratteremo della famosa multinazionale Nike, un must tra gli
adolescenti (e non solo) dei paesi occidentali.
Nike: cosa si nasconde dietro un semplice paio di scarpe
La Nike, con sede centrale nell'Oregon, USA,
produce una vasta gamma di scarpe sportive molto pubblicizzate. Nata
negli anni '60, ha assunto il suo attuale nome nel 1985.
Nonostante i milioni spesi ogni anno in
pubblicità per garantirsi notorietà e mantenere l'immagine di
azienda trasparente e attenta a rispettare i diritti dei propri
dipendenti, se si scava un po' più a fondo nella storia della
multinazionale emergono molte ombre, andando più nello specifico:
violazione di 12 leggi nazionali, tra cui quelle sul salario minimo,
il lavoro minorile, gli straordinari, gli orari di lavoro,
l'assicurazione, l'organizzazione sindacale e i licenziamenti.
Inoltre l'azienda si è resa tristemente famosa negli scorsi anni per
episodi che ancora adesso infangano la sua immagine, e ha dovuto
impegnarsi a fondo per riuscire a rimediare, almeno in parte, a molte
accuse, per esempio ci soffermiamo su quella di sfruttamento del
lavoro minorile in Cambogia.
L'EPISODIO DELLA CAMBOGIA
Due anni fa la Nike ricevette pesanti che
riguardavano lo sfruttamento di manodopera minorile in Cambogia. Il
caso scatenò accesi dibattiti soprattutto quando, in seguito al
tentativo di smentita da parte della Nike, che dichiarò che i suoi
fornitori cambogiani impiegavano solo ragazze sopra i 16 anni,
un'inchiesta-verità di una tv americana riuscì a filmare fabbriche
dove lavoravano eserciti di bambine, infangando ancor di più
l'immagine dell'azienda. Per rimediare la Nike decise allora di
cancellare tutti i contratti con i lavoratori cambogiani, provocando
però a distanza di qualche tempo notevoli danni, visto che nel paese
prima dava lavoro a 180.000 operai, ora ritrovatisi disoccupati. Il
risultato fu che lo sfruttamento minorile continuò lo stesso mentre
il paese si impoveriva: insomma, il ritiro della multinazionale aveva
provocato più danni che benefici. Infine si trovò un compromesso:
la Nike potè tornare ad aprire nuovamente una fabbrica in Cambogia,
ma d'ora in poi la sua attività sarebbe stata continuamente
monitorata attraverso, controlli internazionali sui diritti dei
lavoratori. Questo episodio rappresenta un importante punto di svolta
per il Paese, che si impegnerà nel tentativo debellare la piaga
sociale dei bambini-operai costretti a produrre per i paesi ricchi.
Per approfondire:http://www.repubblica.it/online/esteri/nike/nike/nike.html
L'EPISODIO DELLE FABBRICHE CONVERSE
Altre accuse sono state rivolte da decine di
operai indonesiani delle fabbriche Converse (di cui la Nike possiede
il marchio), che hanno denunciato di essere stati picchiati e
schiaffeggiati dai loro capi più volte. La Nike non nega l'accaduto,
ma si deresponsabilizza affermando che la colpa non è sua ma delle
ditte che ricevono subappalti, e che quindi sta a queste prendere gli
adeguati accorgimenti. Certo è che, nel corso di questo continuo
sottrarsi alle accuse sempre crescenti, i lavoratori continuano a
ricevere sempre lo stesso trattamento e a non vedere speranza di
cambiamento.
Per approfondire: http://www.gqitalia.it/viral-news/articles/2011/7/nike-sotto-accusa-operai-picchiati-in-fabbriche-converse#?refresh_ce
Come per le altre multinazionali si potrebbero citare ancora molti altri episodi, ma per ora abbiamo preferito soffermarci su questi, che erano tra i più salienti.
Perciò in conclusione, prima di acquistare un paio di scarpe con questo logo solo perchè i vostri amici dicono che sono il massimo, provate a riflettere un attimo su tutto quel che si cela dietro alla produzione di un così comune prodotto: vale veramente la pena di acquistarlo?
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